La repubblica giudiziaria by Ermes Antonucci

La repubblica giudiziaria by Ermes Antonucci

autore:Ermes Antonucci [Antonucci, Ermes]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-05-13T14:01:05+00:00


LE STRAGI DI MAFIA

Proprio nella fase più delicata della lotta all’eversione armata, l’Italia si trovò a fronteggiare una nuova emergenza di ordine pubblico, questa volta legata all’offensiva della mafia contro lo Stato, inaugurata il 21 luglio 1979 dall’assassinio del dirigente della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano e il 25 settembre da quello del magistrato Cesare Terranova.

All’inizio degli anni ottanta la situazione peggiorò: vennero uccisi i magistrati Gaetano Costa (6 agosto 1980), Giangiacomo Ciaccio Montalto (25 gennaio 1983), Bruno Caccia (26 giugno 1983) e Rocco Chinnici (29 luglio 1983), esponenti delle forze dell’ordine, come il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa (3 settembre 1982), e della politica, come il presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980) e il segretario regionale comunista e sindacalista Pio La Torre (30 aprile 1982).

La reazione delle istituzioni si concretizzò con la legge n. 646 del 13 settembre 1982, detta «Rognoni-La Torre» – dal nome del ministro dell’Interno Virginio Rognoni e in memoria del segretario regionale del Pci che l’aveva presentata alla Camera nel marzo 1980 –, che per la prima volta introdusse nel codice penale il reato di associazione di tipo mafioso, prevedendo l’adozione di misure patrimoniali, come la confisca e il sequestro, da applicare all’accumulo illecito di capitali.

La magistratura reagì alla violenza di Cosa Nostra replicando alcuni modelli organizzativi e operativi impiegati nell’ambito della lotta al terrorismo: la costituzione all’interno degli uffici giudiziari di pool di magistrati specializzati, come nel celebre caso di quello istituito da Antonino Caponnetto a Palermo, autore dell’istruttoria che condurrà al maxi-processo; il consolidarsi di un rapporto più stretto tra azione penale e attività della polizia giudiziaria; il ricorso più massiccio alle confessioni dei pentiti di mafia, come nel caso di Tommaso Buscetta, arrestato in Brasile nel 1983.

Il 13 maggio 1982, in seguito all’uccisione di La Torre, il Csm tenne una seduta alla presenza del capo dello Stato Sandro Pertini, al termine della quale venne approvato un documento in favore di un’azione incisiva della magistratura e delle istituzioni contro la mafia. Vi si sottolineava che il fenomeno mafioso non poteva essere combattuto solo sul piano della repressione penale, ma richiedeva «un forte rilancio della vita democratica, un rinnovamento profondo delle strutture pubbliche e un nuovo funzionamento dello Stato e degli organi pubblici». Il Csm, inoltre, annunciava di aver preso in maniera autonoma, ma invitando a partecipare anche gli organi dell’esecutivo, l’iniziativa di un incontro tra i magistrati impegnati nella lotta alla mafia, convinto di favorire in questo modo, e nella sua sede naturale, la formazione di un disegno operativo comune agli organi giudiziari interessati dal fenomeno. L’incontro, avvenuto nel giugno 1982, portò a un documento in cui i magistrati rivolsero al Csm e al parlamento proposte operative per rendere più efficace il contrasto alle mafie.

L’impegno del Csm in questo ambito conobbe uno slancio nel settembre 1982, quando i componenti dell’organo di governo autonomo della magistratura approvarono all’unanimità la costituzione di un comitato permanente antimafia con il compito di coordinare l’attività giudiziaria organizzando incontri operativi tra magistrati e iniziative che superassero la frammentazione territoriale e funzionale dell’opera dei singoli giudici e uffici.



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